ll 1° novembre è entrato in vigore il Regolamento sui Mercati Digitali (meglio conosciuto come Digital Markets Act), ovvero il Regolamento (UE) 2022/1925 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 settembre 2022 relativo a mercati equi e contendibili nel settore digitale e che modifica le direttive (UE) 2019/1937 e (UE) 2020/1828. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020PC0842&from=en
Il pacchetto di norme voluto da Bruxelles ha l’obiettivo di contribuire al corretto funzionamento dei mercati del settore digitale, garantendone trasparenza ed equità e contrastando il regime anticoncorrenziale e monopolistico in cui le Big Tech potrebbero trovarsi ad operare.
Come prevede il Digital Markets Act?
Il Regolamento ruota intorno alla figura dei “Gatekeeper“, ovvero le piattaforme di intermediazione per la vendita di prodotti e servizi che negli anni sono diventate monopoliste del proprio mercato di riferimento.
I parametri concorrenti stabiliti dal Regolamento per la determinazione di un Gatekeeper sono piuttosto rigidi: (i) 7,5 miliardi di euro di fatturato negli ultimi tre anni in Europa; (ii) una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi; (iii) 45 milioni di utenti finali a livello mensile; (iv) 10mila utenti business nella UE.
Parametri così determinati portano a individuare come Gatekeeper la ristretta cerchia Big Tech più note al mondo che si occupano di fornitura di servizi (Google, Safari, Meta, Microsoft Edge), vendita di prodotti (Microsoft, Apple) piattaforme di intermediazione (Booking e AirBnb) e piattaforme di condivisione (Youtube).
L’obiettivo del Digital Markets Act?
Il Digital Market Act è un decalogo per i Gatekeeper, che elenca una serie di obblighi da rispettare per poter fare business in Europa. Ciò che si vuole contrastare in maniera sistemica è l’adozione, da parte dei Gatekeeper, di pratiche anticoncorrenziali, quali la politica di favorire la fruizione dei propri servizi tra quelli offerti sulla propria piattaforma o impedire alle aziende che li usano di raggiungere i consumatori. Noto è lo storico precedente della sanzione di 2,4 miliardi di euro inflitta dall’Antitrust Ue per abuso di posizione dominante posta in essere da Mountain View attraverso lo sfruttamento del monopolio di cui godeva (e gode) nelle ricerche online per favorire il suo servizio di Shopping. Tale sanzione, ad oggi, resta la più alta inflitta nella storia per la medesima ragione.
Analogamente, il Regolamento è mirato a evitare la commissione di pratiche commerciali scorrette da parte delle Big Tech, quali ad esempio l’imposizione di condizioni di accesso gravose al proprio app store, o la facoltà di impedire al consumatore l’installazione di app provenienti da altre provider che non siano il proprio store, con la conseguenza che il consumatore sia costretto a pagare un extra costo o a rinunciare al servizio.
I precedenti, al riguardo, sono numerosi: si ricorda lo scontro tra UE e Apple, allorquando il colosso di Cupertino venne accusato di ostacolare gli altri servizi di fruizione di musica on line come Spotify per favorire il suo Apple Music. O, sempre per restare in casa Apple, quando i fari dell’UE puntarono sul ruolo svolto da Apple Pay.
Come si applica il Digital Markets Act?
A vigilare sull’applicazioe del Digital Markets Acts, si legge nella nota dell’UE, sarà la Commissione, in collaborazione con le autorità degli Stati membri. La Commissione potrà imporre sanzioni e ammende fino al 10% del fatturato mondiale di un’azienda e fino al 20% in caso di violazioni ripetute.
In caso di violazioni sistematiche, la Commissione potrà anche imporre “rimedi strutturali necessari a garantire l’efficacia degli obblighi imposti a queste aziende”, compreso “il divieto di comprare altre aziende”.
Il pacchetto di norme conferisce inoltre alla Commissione il potere di condurre indagini di mercato “per garantire che gli obblighi stabiliti dal regolamento siano aggiornati rispetto alla realtà in continuo mutamento dei mercati digitali”.
Il processo di enforcement
Con la sua entrata in vigore, il Digital Markets Act entrerà nella fase di attuazione e inizierà a essere applicato tra sei mesi, a partire dal 2 maggio 2023.
Successivamente, precisa Bruxelles in una nota, entro due mesi e al più tardi entro il 3 luglio 2023, i potenziali gatekeeper dovranno notificare alla Commissione i servizi della loro piattaforma principale e se soddisfano le soglie stabilite dal Digital market act.
Una volta ricevuta la notifica completa, la Commissione avrà 45 giorni lavorativi per valutare se l’azienda in questione soddisfa le soglie e per designarla come Gatekeeper (per l’ultima presentazione possibile, ciò avverrà entro il 6 settembre 2023).
Dopo la designazione, i Gatekeeper avranno altri sei mesi di tempo per conformarsi ai requisiti della norma. E comunque non potranno farlo dopo il 6 marzo 2024.