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La Corte Costituzionale fa chiarezza su IMU per doppie case di coniugi e unioni civili

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Negli ultimi 3 anni, a seguito della “nuova IMU” L. 160/2019 art. 741, abbiamo assistito ad un ping pong di interpretazioni e visioni contrastanti su come andassero considerate le situazioni di doppie abitazioni ai fini IMU. Il concetto centrale è quello di “abitazione principale” che postulava l’unicità dell’immobile. Abitazione principale è quella dove coincidono residenza anagrafica e dimora abituale del possessore e del suo nucleo familiare. La legge prevedeva che se i componenti del nucleo familiare hanno stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, ma situati nello stesso Comune, l’agevolazione si applica per un solo immobile. La Cassazione negli anni ha ribadito che se due coniugi risiedevano in due Comuni distinti nessun fabbricato poteva essere considerato abitazione principale ai fini Imu (per tutti, Corte di Cassazione, n. 20130 del 24.09.2020). In effetti, il riferimento al “nucleo familiare” inserito nella legge finiva per penalizzare i coniugi e le unioni civili rispetto ai conviventi che possono beneficiare di un’agevolazione ciascuno, non sussistendo alcun nucleo familiare. Così ieri la Corte Costituzionale (sentenza n. 209/2022) dichiarando l’incostituzionalità delle varie norme che richiamano previsioni identiche, ha riconfermato il diritto all’esenzione IMU per ciascuna abitazione principale delle persone sposate o in unione civile. Al fine di qualificare un immobile come abitazione principale ci si dovrà riferire al solo possessore dello stesso, senza alcun rilievo per i componenti del nucleo familiare. Esemplificando due coniugi possessori di due immobili (medesimo Comune o diversi), nei quali ciascuno abbia stabilito la propria residenza anagrafica e dimora abituale, potranno entrambi per proprio conto godere dell’esenzione IMU ex L.160/2019. La Corte ha specificato altresì che ciò non significa in automatico la possibilità di ritenere possibile l’esenzione per le “seconde case” ma assegnare invece una forte responsabilità ai Comuni al fine di svolgere quel ruolo di controllo efficace e
puntuale che il mutuato contesto legislativo consente.